Sono nato nella terra dei sorrisi, fatta di gente accogliente e colorata nel suo modo di essere. Quella terra fatta di dialetti che cambiano ogni 10 km, ma un piatto in più a tavola c’è sempre quando arriva un ospite inaspettato, affinché tutti si sentano a casa. E perché l’inaspettato è ciò che dà colore alla vita, rendendola più vivace.
E allora guardo queste mattonelle, queste maioliche dai colori brillanti, quelle che colorano il nostro ristorante come il nostro giardino di arance, che no, non sono di questa terra ma il frutto di una contaminazione, di un incrocio di culture del passato e del presente come questo ristorante, come la storia di questa terra e la nostra.
E penso che è strano vedere come ci si possa trasformare in qualcosa che non si era immaginati, pur mantenendo la propria identità.
Le nostre radici sono la nostra forza, come questa terra con tutti i suoi colori, ma bisogna anche lasciarsi contaminare: da ciò che non ci apparteneva prima e ora si, come questo luogo e le sue mattonelle. Da ciò che è tradizione, ma necessita anche di essere rinnovato.
Questa è la nostra idea di cucina, questa è CUCROMIA.
Questa è la nostra idea di cucina, questa è CUCROMIA.